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TAGLI ALLE RISORGIVE: l'intervista.

Aggiornamento: 8 feb 2022

Andar per erbe: il problema del taglio degli alberi. Intervista ad Andrea Giuriceo, della Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche, Regione FVG.


La sensibilità del cercatore d'erbe è certamente una sensibilità ambientale. Chi apprezza i doni della natura entra in sintonia con l'ambiente che gli regala i suoi tesori se ne appassiona e in qualche modo entra a farne parte. I frequenti tagli di alberi che sempre di più si osservano ovunque, sono ogni volta vere e proprie pugnalate al cuore per un cercatore di erbe che si rispetti.

Ogni giorno si leggono di interi viali e parchi urbani che vengono impietosamente distrutti e la cosa sta diventando veramente patologica al punto che alcuni pensano ci possa dietro essere chissà quale complotto: dalla lobbie delle biomasse; al problema del G5, i cui segnali dovrebbero essere ostacolati dal verde e chi più ne ha più ne metta. Io non credo ai complotti e senza fare dietrologie osservo però abbastanza sofferente molti, troppi tagli che secondo me dovrebbero essere meglio valutati: per distruggere una pianta si sta pochi minuti, ma per costruirla nella sua bellezza e salubrità la natura impiega anni se non decenni.

Da qualche anno a questa parte anche il Parco delle risorgive di Codroipo è sempre più frequentemente interessato da tagli che, all'occhio di un appassionato di natura ma profano di silvicultura, appaiono poco spiegabili: in un parco l'idea sarebbe di vedere prosperare le piante liberamente! almeno lì. Ho quindi contattato la direzione regionale dei parchi di Udine nella persona di Andrea Giuriceo per capire meglio la logica dei tagli che a me lasciano un po' perplesso.


Ecco quindi l'intervista che egli mi ha cortesemente rilasciato a chiarimento della questione:

" i vostri tagli al parco delle risorgive hanno suscitato parecchie perplessità quando non contrarietà. La cosa si ripete ormai da anni ma quest'anno i tagli sono più numerosi del previsto e non sono passati in silenzio".


DOMANDA N°1

Un parco è per definizione un luogo in cui il verde regna sovrano. Ci sono parchi integrali, altri meno ove è ammessa una manutenzione del verde. Le piante di un parco dovrebbero essere delle istituzioni, delle entità da proteggere e conservare nel tempo, a beneficio della popolazione, entità alle quali I CITTADINI SI AFFEZIONANO. Dei luoghi di relax e di benessere a cui ci si rende usuali. Non pensate che tagliare drasticamente molte piante anche di grossa taglia vada a interrompere questi legami affettivi?

RISPOSTA Il parco delle Risorgive di Codroipo è una porzione di territorio di proprietà della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, gestita sulla base di linee di indirizzo specifiche che riguardano questa proprietà come ogni altra proprietà silvo-pastorale della Regione. Questo parco, pur non essendo un’area protetta, è considerato dalla Regione un bene di interesse strategico e la sua gestione è improntata prioritariamente al perseguimento della sua valorizzazione, potenziandone le sue peculiarità, perché racchiude interessanti aspetti naturalistici e paesaggistici ed è anche apprezzato per le sue finalità turistiche e ricreative. Detto questo, il taglio di piante che è stato effettuato si è reso necessario, per salvaguardare il Parco e renderlo compatibile con la fruizione costante e quanto più possibile in sicurezza da parte dei cittadini, che ogni giorno lo scelgono per le loro attività di relax e ricreative; tutto ciò anche grazie al fatto che il Parco, dal 2009, non solo è sottoposto ad una precisa pianificazione forestale ma anche possiede la certificazione PEFC, a garanzia di una gestione forestale sostenibile e certificata da ente esterno super partes.


DOMANDA N°2

COME DETTO, DA UN PARCO E DAL SUO ENTE GESTORE CI SI ATTENDE conservazione a tutti i costi della pianta. Si assiste quest'anno invece a tagli drastici con motivi opinabili: inclinazione, prossimità ecc.. perché prima di tagliare tutte queste piane non si è pensato a potature per riequilibrare le pianta eventualmente inclinate?

RISPOSTA Le potature sono state effettuate negli anni a cicli regolari; a volte però la potatura non è sufficiente e si deve purtroppo procedere con il taglio, questo perché anche le piante, come ogni organismo vivente, hanno un ciclo vitale ben definito, per alcune specie è molto lungo, per altre meno. Inoltre ci sono specie che resistono meglio agli eventi atmosferici, altre sono più fragili per loro natura, come i pioppi, che avendo una crescita molto veloce sviluppano una certa fragilità che negli anni diventa pericolosa. E ancora non tutte le specie hanno la capacità di reagire alle potature perché non riescono a ripristinare la chioma in modo equilibrato. Quindi i tagli effettuati non sono casuali e frutto di valutazioni improvvisate, sono invece adottati come ultima soluzione dopo averne analizzate diverse. In questo caso il taglio si è reso necessario per garantire il più possibile la sicurezza ai visitatori del parco.


DOMANDA N°3

A fronte di molte piante sane abbattute ho visto che alcune piante completamente secche sono state mantenute; altre piante danneggiate non sono state nemmeno potate. permetta che la logica del comune mortale possa andare in tilt davanti a tale atteggiamento? come mai?

RISPOSTA Dato che siamo ben consapevoli dell’affezione che questo posto suscita nei cittadini frequentatori abituali del parco, abbiamo scelto in prima battuta di intervenire solo sulle piante più pericolose, per non impoverire improvvisamente un ambiente naturale molto amato. Altri tagli, con finalità analoghe a quelle sopra esposte, saranno inevitabilmente effettuati anche nel corso dei prossimi anni, ma parimenti si procederà alla messa a dimora di nuove piante, in numero maggiore rispetto a quelle tagliate, perché questo è uno degli elementi di una gestione forestale sostenibile. C’è da considerare un altro aspetto: gli eventi climatici sono sempre più intensi e purtroppo imprevedibili. Ne è stato un esempio la tempesta che il 10 agosto 2017 si è abbattuta a macchia di leopardo sul Friuli e soprattutto la tempesta Vaia che in pochi giorni ha abbattuta milioni di alberi, nella fine ottobre del 2018. Lasciare un Parco così frequentato dalle persone senza una pianificazione di tagli che lo possano mettere più in sicurezza è un atteggiamento illogico, che non considera il rischio che le persone possono correre.


DOMANDA N°4

Chi decide il taglio? con che autorità? in base a quali criteri? di che preparazione è dotata la persona che decide i tagli?

RISPOSTA Non c’è un’unica persona che decide i tagli, c’è un team di professionisti preparati e specializzati. Nel particolare stiamo parlando di dottori forestali altamente qualificati per stabilire come operare al meglio in queste situazioni, così da conciliare le esigenze delle piante e dei fruitori del Parco. In più, anche per questo ambito naturale, esiste il “Piano di gestione delle Foreste regionali” che ha validità fino al 2022: questo prevede che un intervento di taglio, per esempio, sia preceduto da attenta valutazione di ogni caso specifico, considerando le caratteristiche dell’ambito naturale, la sua flora, le specie dei suoi alberi e la fauna, garantendole cibo e riparo.


DOMANDA N°5

Alcune piante ormai decennali, sono state tagliate lasciando una sola più piccola. In particolare nel viale a destra, prima del ponticello. Le piante tagliate non erano molto prossime, ci sono situazioni dove le piante sono anche più vicine e non sono state tagliate. Se anche fossero state da tagliare, perché non farlo prima e metterne altre più distanti? Ciò risulta incomprensibile.

RISPOSTA Come detto, per non procedere con un taglio aggressivo di impoverimento immediato, l’intervento è stato distribuito nelle vicinanze dei lunghi percorsi interni anche pedonali, con la finalità di garantire la sicurezza dei visitatori. Le piante che si è scelto di tagliare erano in alcuni casi completamente secche, come gli olmi, altre come le robinie lo erano per buona parte della chioma, oppure presentavano criticità ad una certa altezza, come la presenza di branche spezzate e il disseccamento della parte terminale delle fronde. Abbiamo riscontrato anche la pericolosità di grossi soggetti vetusti di pioppo e di salice bianco, specie vegetali dal legno cedevole. Tutto questo causa non di rado la caduta spontanea di lunghi e pesanti rami, instabili anche se perfettamente in vegetazione.


DOMANDA N°6

Ammesso e non concesso che le piante di cui a domanda 5 fossero troppo vicine, perché si è atteso che diventassero così grandi per tagliarle?

RISPOSTA Le attività avvengono entro i limiti consentiti dalla disponibilità finanziaria e del personale operaio. Si deve considerare che le risorse disponibili devono essere ripartite su ben 15.000 ettari di proprietà regionali: per questo motivo non sempre riusciamo ad adottare tempestivamente le soluzioni migliori in ogni singolo caso. Ci piacerebbe, ma non è sempre possibile. Voglio però precisare che una buona gestione di un Parco non è definita solo dal numero di tagli realizzati o non realizzati. Una buona gestione la si ottiene pensando a chi fruisce questi ambiti naturali ed in quest’ottica migliorarli. Proprio per questo nel Parco delle Risorgive recentemente la Regione ha installato nuovi giochi per bambini e percorsi benessere e non solo qui ma anche a Bosco Romagno, Bosco Plessiva e Bosco Piuma dove una parte prativa da tempo inutilizzata è stata riqualificata con l’apertura di una grande area giochi inclusiva, che accoglie in sicurezza anche bambini con disabilità. In più proprio nel Parco delle Risorgive si ha intenzione di portare le condutture d’acqua, così da installare fontane e bagni pubblici.


DOMANDA N°7

È corretto che per ogni taglio sono necessari 7 nuovi reimpianti per compensare l'equilibrio ecologico? sono previsti nuovi impianti? e quando?

RISPOSTA Non mi risulta che ci siano parametri così precisi e vincolanti. Quello che è certo però è che sono già in corso interventi di messa a dimora di nuovi alberi, in numero maggiore di quelli tagliati. Questo lavoro viene seguito dal personale qualificato del Vivaio forestale regionale Pascul di Tarcento che, insieme al Vivaio forestale regionale Pascolon di Maniago, ha la funzione di produrre piante autoctone, fin dalla raccolta dei semi o delle talee. Queste piante una volta cresciute sono utilizzate anche nei Parchi e Boschi di proprietà regionale, proprio a garantire la crescita di alberi di provenienza locale. A breve verranno messe a dimora ben 213 nuove piante, di cui 109 alberi e 104 arbusti appartenenti a 18 specie legnose differenti, scelte tra quelle più adatte alle caratteristiche dello specifico territorio.


DOMANDA N°8

Ogni pianta è un microcosmo per la fauna locale, in particolare per i nidi. Avete verificato di non distruggere nidi e altri riferimenti per la fauna del parco prima del taglio?

RISPOSTA Come già detto il Parco delle risorgive di Codroipo dal 2009 è sottoposto a pianificazione forestale e quindi anche per questo ambito naturale c’è uno strumento di pianificazione che programma gli interventi. In questo caso si è voluto garantire il più possibile la sicurezza per la fruizione turistico - ricreativa con potature e con alcuni tagli, certo, di quelle piante inclinate, vecchie o marce che per questi e altri motivi sono considerabili pericolose. Altre volte è necessario adottare puntuali interventi selettivi per liberare qualche soggetto meritevole da altre piante con esso in competizione. La certificazione PEFC, che è uno dei sistemi di certificazione forestale e del legno condiviso a livello mondiale, garantisce che i boschi siano gestiti in modo corretto e sostenibile dal punto di vista ecologico, economico e sociale. Tutto è programmato, nulla è lasciato al caso o alla valutazione meno che approfondita.


DOMANDA N°9

Il legno ottenuto dai tagli a chi viene conferito? e in che modalità? si fanno delle aste? ci sono delle convenzioni? come viene usato poi il legname (la destinazione) qual'è l'eventuale riscontro economico e a chi viene devoluto?

RISPOSTA Solitamente il materiale legnoso ricavato nel compendio di Codroipo è ceduto, secondo le modalità previste dalla legge forestale regionale, a privati ed è la Stazione forestale competente per territorio che cura la parte preliminare dell’istruttoria. Però spesso una parte del legno viene utilizzata per fare le staccionate dei parchi oltre a molti manufatti presenti, come per es. ponticelli, cartelli informativi, tavoli, panche, ecc.


DOMANDA N°10

Il cartello all'entrata del parco riporta "lavori di utilizzazioni boschive". Da una attività in un parco ci si attenderebbe "lavori di manutenzione del verde". Perché "utilizzazioni"? si ha come l'impressione che il parco venga "utilizzato" economicamente come un bosco con prelievo sostenibile di legname, come i boschi in Carnia per capirci. Potete spiegare questa dicitura?

RISPOSTA L’espressione “utilizzazione” sta a significare una serie di azioni che vanno dal taglio della pianta al suo trasporto fuori dal bosco. È un semplice termine tecnico che non ha nulla a che vedere con lo sfruttamento economico del legno.

Andrea Giuriceo Titolare di posizione organizzativa gestione proprietà silvo-pastorali della regione.


Queste le risposte, in alcuni punti non mi sento del tutto soddisfatto, in particolare sul destino del legname e sui criteri per cui piante secche restano in piedi, altre piante sono molto vicine, accalcate e altre vengono tagliate seppur distanziate.

In ogni caso ringrazio il Dott. Andrea per la disponibilità accordatami e gli auguro un buon lavoro per il bene del nostro verde regionale e quindi per la salute del nostro ambiente, la salute di tutti noi, bene di cui in questo periodo abbiamo davvero un gran bisogno!


Troppi alberi sani tagliati per essere un parco, ma i criteri ci sono



I due begli alberi che davano il benvenuto dall'entrata EST, non ci sono più!



Questi tre olmi hanno convissuto benissimo per decenni: perché lasciare solo il più piccolo?



Sul retro alberi accalcati, qui davanti tutto tagliato. Le logiche ci sono ma non sono quelle dell'uomo comune



Anche qui tutto giù ma resta su l'unico albero morto...molto strano per noi figli di contadini...



Molti alberi secchi e accalcati ovunque, poi da altre parti si dirada a metri di distanza, strano



Qui ad esempio la distanza era notevole, taglio incomprensibile per noi umani...



Altro caso di alberi secchi e accalcati che non incontrano i criteri di taglio della regione... da restare perplessi



Qui resistevano alcune robinie (cassie) dopo la tempesta...si è pensato che era meglio fare piazza pulita in modo definitivo...quella secca però rimane (?) speriamo seguano reimpianti ok


Ermanno Furlanis

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