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LA PIZZA (ED IL PANE) NELL'ANTICO EGITTO

Aggiornamento: 18 feb 2021

Come ben sappiamo, la pizza è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Molti ritengono che le sue origini siano strettamente legate all'Italia, o meglio alla città di Napoli. Quante volte abbiano visto sul cartone di cellulosa della pizza immagini del Vesuvio o di Pulcinella...

E se la pizza avesse un'altra origine? Un'origine tanto antica quanto affascinante, figlia addirittura della cultura culinaria dell'Antico Egitto.



Nella terra del Nilo e delle Piramidi si ha prova dell'esistenza di tecniche di panificazione di elevata fattura. Gli Egizi sono gli inventori del lievito. Secondo racconti, la scoperta di esso avvenne durante un'inondazione del famoso fiume che ha colpito ed allagato un deposito contenente sacchi di farina. La conseguenza fu la nascita di una pasta acida che non fu disdegnata dai lavoratori, anzi, da quel momento essa venne usata per fare il pane, e con ottimi e insperati risultati.


I scarsi risultati che le braci portarono alla cottura del pane fecero scaturire nella mente degli "antichi panettieri Egizi" una nuova soluzione, l'impiego di un forno dotato di una canna a forma di cono nella parte superiore. Possiamo immaginarlo come un prototipo dell'odierno forno a legna. Ciò portò ad un aumento della qualità del pane fatto con la pasta acida. Talmente buono era il pane che si conservava un pezzo di pasta acida per i futuri impasti, un'attività molto simile ai rinfreschi che si effettuano al lievito madre che noi tutti conosciamo.

Per aumentare il sapore della pagnotta, i panettieri coprivano di crusca il pane che giaceva in un contenitore poco prima di infornarlo. Un pane davvero ricco di sali minerali e di fibre.


In aggiunta c'è da ricordare che a quei tempi, in Egitto, il pane e la birra erano trattati anche come retribuzione o stipendio, nella falsa riga del salario dell'epoca romana.


Impastare era un rito magico, più precisamente un inno agli dèi, riponendo molte speranze nella riuscita positiva dell'impasto. Infatti prima di ogni impasto la ciotola, che serviva a contenere la miscela durante la lavorazione, doveva essere benedetta con acqua sacra dai sacerdoti. Si inneggiavano lodi alla dea gatto Bastet e al dio Amon affinché l'impasto avesse una eccellente riuscita ed evitare future carestie.


Le tecniche egizie della panificazione furono tramandate nei secoli ed in ogni punto del mondo arginando la (triste) distruzione dei libri di chimica provenienti dalla terra del Nilo per opera dell'imperatore romano Diocleziano.


MA COME SI ARRIVA ALLA PIZZA?

La risposta è molto semplice.

Durante i compleanni dei faraoni, i regnanti del glorioso regno egizio, i panettieri preparavano in loro onore una versione di pane molto più schiacciata e tonda condita alla fine con erbe aromatiche. Uno dei primi prototipi della pietanza a noi cara.

Qui nacque un pezzo di storia della pizza che va a legarsi poi con le culture mesopotamiche, greche e romane. Proprio dal termine greco pita e latino pinsere (schiacciare) potrebbe nascere la parola pizza.

Le tecniche di questo pane schiacciato arrivarono anche in Italia e a Napoli... tutto il resto è storia!


Senza la pasta acida e le tecniche degli antichi egizi, come sostiene Plinio il Vecchio, non avremmo avuto il pane e la pizza come li conosciamo oggi. Grazie all'occupazione romana al culmine del Nuovo Regno dell'epoca egizia oggi abbiamo sulle nostre tavole un tozzo di buon cibo ed un ricco trancio da dividere con gli amici.

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