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Johan Padan a la descoverta de le Americhe...

Suonava così una famosa commedia teatrale di Dario Fo, genio espressivo ancora ineguagliato. Nel campo della botanica esiste un alberello, parente del ciliegio selvatico, che si potrebbe definire a buona ragione: "Ciliegin Padan a la descoverta de le ...Europe"

Si tratta di una piccola bacca trascurata e negletta che invece è da rivalutare perché, già partendo dal nome essa ci rivela delle note di un certo interesse.

Si tratta di un alberello di modeste dimensioni con le foglie molto simili a quelle del ciliegio. Esso è infatti noto anche come "ciliegio a grappolo" e fa parte della stessa famiglia, le rosacee, e il suo nome scientifico è "Prunus Padus".

Tale nome rivela parentele con molte specie da frutto oltre che le ciliegie anche le prugne. Il termine Prunus lo troviamo già in Plinio, latinizzazione del greco προῦμνη proúmne susino, pruno in Teofrasto e Dioscoride, probabilmente derivato da una lingua pre-greca dell’Asia Minore, vedi anche prunum prugna, susina dal greco προῦνον proúnon in Galeno. L’epiteto specifico "padus" è la cosa più interessante di questa pianta: esso proviene nientemeno che da "Padus", nome latino del fiume Po: la specie si rinviene infatti esclusivamente sul versante alpino della regione padano-veneta, sulla sinistra del Po per intenderci mentre sotto al Po esso non si è diffuso: una sorta di "ciliegio leghista" della prima ora insomma! Un alberello che a passare il Po verso sud non ci ha pensato minimamente nel corso dei millenni. Incredibile ma vero.


Se verso sud questa pianta fa fatica quindi a spingersi, non lo stesso vale per la sua diffusione verso il nord: Il Pado è una pianta infatti con diffusione dalla Scandinavia e dalla Spagna alla Siberia Occidentale, con una presenza in tutta Europa eccetto, come detto, nell’area mediterranea e nell’Asia centro-settentrionale. In Italia in natura è solo al nord, soprattutto sulle Alpi dove può raggiungere il limite della vegetazione forestale e anche, ovviamente, nella pianura padana.

Il Pado è una pianta che si adatta a climi freddi e predilige terreni freschi, posti in penombra. E' molto resistente all’acidità del suolo e riesce a vivere anche nei terreni torbosi. È comunque una pianta rustica, potendosi adattare anche a suoli calcarei, e resiste bene sia alla siccità che all’umidità. Nei parchi e giardini può essere facilmente coltivata, per la realizzazione di siepi o di esemplari singoli. Per favorire un migliore accestimento dei cespugli si possono effettuare delle cimature durante la fase di riposo o anche vegetativa, favorendo così l’emissione di getti laterali avventizi. Se annaffiata e concimata cresce molto velocemente.<br>E’ molto più resistente del ciliegio dolce, normalmente non ha parassiti specifici, sopporta bene tutte le più comuni malattie fungine e di conseguenza non necessita di trattamenti anticrittogamici. Per quanto riguarda la propagazione questa può essere effettuata sia per seme che per talea.

Nelle nostre zone si trova nel parco delle risorgive ma anche in altre zone verdi, trovato a San Vito e Pordenone.

Si mette in zone verdi pubbliche perché fa infiorescenze bellissime e profumate, come dei fiori di ciliegio ma più piccoli ma raccolte in fitte infiorescenze che ricordano quelle del lillà come aspetto, mentre il profumo ricorda, ovviamente quello del ciliegio. I frutti risultano poi dei piacevoli grappoli di piccole ciliegie scure. Essi sono indicati come non commestibili o meglio privi di interesse alimentare. Eppure i volatili ne sono ghiotti e quindi cattivi non possono essere. Il problema di questi piccoli frutti è che hanno quasi tutto nocciolo e sono abbastanza acidi e tannici in genere. Eppure anche in questo caso non mi sono sottratto all'assaggio e, prese a maturazione molto inoltrata, quando "sta per cadere" come visto anche per corniolo, eleagno e altri, il sapore è gradevole e aromatico. Dotato di un succo scuro e intenso, dolce e profumato. Sarebbe interessante da provarlo sotto spirito.

Anche in autunno questa pianta particolarmente fiera del nord da sposare il suo nome, come visto alla "Padania", non smette di regalare bellezza: le sue foglie si colorano di bei toni prima gialli poi rossi intensi per finire con belle sfumature di marrone.

Una piccola ciliegina quindi negletta e trascurata ma da apprezzare e valorizzare nei nostri parchi e giardini e da assaporare al naturale ben matura o in un interessante e originale sottograppa.


Ermanno Furlanis.


Ecco le belle bacche del Pado, commestibili e gustose ancora presenti in qualche albero. Buone se ben mature. La fioritura, come un grappolo di fiori di ciliegia, è bellissima oltre che profumata.



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